Chi è April Greiman?

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“Dal Passato” è la nostra serie di longreads su temi legati alla storia del design, del digitale e dell’editoria curate da professionisti appassionati, impegnati a esplorare il mondo di oggi tenendo sempre in tasca le conquiste di ieri. State leggendo il secondo capitolo di un percorso nella storia del graphic design attraverso le sue icone a cura di Renato Fontana.


April Greiman è una protagonista della storia della grafica contemporanea, con un ruolo fondamentale in uno degli snodi essenziali del recente passato, ovvero nel passaggio tra il mondo analogico e quello digitale, che ha caratterizzato la fine degli anni Settanta e gli inizi degli Ottanta.

Tuttavia sembra che il tributo nei suoi confronti venga soprattutto dagli specialisti del settore e dalla Generazione X, mentre la sua biografia risulta meno conosciuta da parte dei Millennial e dalla Generazione Z. L’occasione è opportuna per fare un po’ di luce su quella che da molti critici è stata definita la fuoriclasse del Post-modernismo o la regina della New Wave tipo-grafica.


Un ponte tra intuizioni autoriali e tecnologia

Il ruolo di Greiman è simile a quello che nella musica, alcuni anni prima e contestualmente, hanno avuto i teutonici Kraftwerk: un rapporto articolato e dialogico tra Uomo e Macchina dove il tutto può essere risolto nell’utilizzo congiunto di creatività di pensiero, esecuzione manuale e intermediazione tecnica, per la prima volta, da parte del computer.

Guardando in questa direzione, è stata in grado di creare un ponte effettivo tra le intuizioni autoriali europee e la tecnologia che si stava sviluppando nella West Coast  statunitense, a partire da quella cittadina di Cupertino, che da lì in poi avremmo imparato a conoscere e amare.

Il curriculum

Nata nel 1948 a New York, città in cui vive sino al periodo universitario. In modo abbastanza casuale si iscrive e successivamente si diploma presso il Kansas City Art Institute, che frequenta nel periodo 1966-1970.

Il suo percorso formativo prosegue con una specializzazione presso la Basel School of Design in Svizzera, dove entra in contatto con mostri sacri come Wolfgang Weingart ed Armin Hoffmann. Soprattutto la vicinanza a Weingart segnerà decisamente quella che sarà poi la sua visione: più eclettica, trasgressiva e intuitiva rispetto al Modernismo.

Il primo impiego professionale la vede a Los Angeles, dove incontra Jayme Odgers, fotografo ed ex assistente di Paul Rand, con cui fonda un sodalizio creativo, fondamentale per entrambi e in grado di generare da subito nuove forme e pensieri nell’ambito del panorama statunitense.

Nel 1982 il California Institute of Arts (CalArts) la chiama a dirigere i corsi dedicati al Graphic Design, che lei, due anni dopo, decide di ridenominare “Visual Communications”, dando concretezza al suo metodo che prevedeva già, di fatto, l’uso massiccio di mixed media, ibridazioni e nuovi linguaggi espressivi per comunicare.

Nel 1986 viene pubblicato il suo contributo per la rivista Design Quarterly (nr. 133), che segna definitivamente uno spartiacque con il panorama contemporaneo. Does it make sense?: questo il titolo del sorprendente oggetto cartografico realizzato in collaborazione con Mildred Friedman e pubblicato da MIT Press / Walker Art Center.
It’s a magazine, which is a poster, which is an object, which is … simply crazy”, così lo descrisse l’autrice.

“Does it make sense?”, April Greiman

Ha fondato e diretto a Los Angeles l’agenzia Made in Space che, proprio dal suo nome, fa intendere la passione per mondi sconosciuti e percorsi di scoperta, intellettuale e pratica.

Attualmente è docente presso la University of Southern California, è Professor of Design alla Roski School of Art and Design; in precedenza è stata anche nel corpo decenti della Woodbury University’s School of Architecture e della Southern California Institute of Architecture (SCI-Arc), a dimostrazione della sua competenza in cari settori disciplinari.

Visual thinker

L’aspetto della progettazione è quello che caratterizza maggiormente il suo lavoro. Pur essendo i suoi più importanti lavori legati al mondo della pubblicità, Greiman ha saputo allargare l’orizzonte di riferimento, creando interconnessioni con altre aree limitrofe: l’architettura e il design, i media stessi.

Poster, April Greiman

Anche grazie a lei si è iniziato a utilizzare il termine “Comunicazione”, intendendolo in un senso più ampio rispetto a quello tradizionale dell’Advertising e del design grafico.

Pionerismo

In assoluto tra i primi professionisti che hanno utilizzato l’informatica per realizzare i propri layout e per arrivare a soluzioni visive del tutto innovative, in grado di rileggere la realtà emergente e disegnare il futuro.

Poster, April Greiman

Pur essendosi formata in uno dei centri più importanti della Scuola Svizzera, Greiman supera e abbatte, di fatto, il sistema delle griglie e delle regole codificate in nome della funzionalità e della leggibilità universale.

Artista transmediale

Pur partendo da un background tradizionale di Graphic Designer, Greiman ha più volte dichiarato di sentirsi un’artista transmediale, definizione che per noi è divenuta comune ma che forse non risultava immediata o comprensibile nel momento in cui è stata espressa.

Hybrid Imagery: The Fusion of Technology and Graphic Design, April Greiman

Questa definizione porta con sé due aspetti: la possibilità di una visione soggettiva, come quella di un artista e non di un professionista, in cui la componente personale è essenziale; e poi, l’utilizzo di fonti visive estranee al mondo della stampa tradizionale, trattate con originalità e sperimentazione.

Oltre

Oltre una visione bidimensionale del layout, così come accadrà dagli anni Novanta in poi con il World Wide Web e i New Media. Oltre le convenzioni di forma, relative a corpo, carattere e griglia. Oltre la professione, cercando di guardare a un altro mondo in cui far convergere nuove competenze (fotografia digitale, motion graphics) in dimensione quasi laboratoriale. Oltre la generale ritrosia e paura rispetto ai tool dell’informatica.

BIBLIOGRAFIA
April Greiman – Aris Janigian, Something From Nothing, Rotovision, 2001
April Greiman – Liz Farelly, Floating Ideas into Time and Space, Watson-Guptill Publishers, Cutting Edge Series, 1998
April Greiman, Hybrid Imagery: The Fusion of Technology and Graphic Design, Watson-Guptill Publishers, 1990