Le fanzine: l’editoria come forma di espressione individuale all’interno di una comunità

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“Dal Passato” è la nostra serie di longreads su temi legati alla storia del design, del digitale e dell’editoria curate da professionisti appassionati, impegnati a esplorare il mondo di oggi tenendo sempre in tasca le conquiste di ieri. State leggendo il terzo articolo di un percorso nella storia della grafica e dell’editoria indipendente a cura di Francesco Ciaponi.


Il nostro viaggio continua e arriva nel territorio forse più libero e curioso del mondo dell’editoria indipendente: l’editoria fanzinara.
Un ecosistema variegato, privo di veri confini, che a partire dagli anni ’30 del secolo scorso ha dato voce a quelle parti della società che sentivano di avere qualcosa da condividere.


Cosa è una fanzine?

Non senza azzardare, una fanzine può essere definita una riviste effimera, economica e a bassa tiratura, realizzata da appassionati di un settore della cultura di massa per altri appassionati.
Un tipo di pubblicazione che si inserisce nel sottobosco del mercato editoriale. Il suo tratto distintivo è un forte interesse per uno specifico argomento: il termine fanzine nasce infatti dalla contrazione delle parole inglesi fan e magazine.

Le origini

Forzando un po’ la mano, secondo i pochi studiosi del fenomeno fanzinaro la prima fanzine della storia potrebbe essere ricondotta ad un celebre fatto storico, l’affissione del 31 Ottobre 1517 delle 95 tesi alla base della dottrina protestante sul portone della chiesa di Ognissanti del castello di Wittenberg ad opera di Martin Lutero (1483-1546). Un’altra corrente di studiosi propone invece di assegnare la primogenitura dell’editoria fanzinara alla stampa del libro “Common Sense” di Thomas Paine (1737-1809).
In entrambi i casi si possono ritrovare alcuni caratteri tipici dell’approccio fanzinaro: il totale disinteresse per le ricadute commerciali e la volontà di condividere un disagio personale con la propria comunità di appartenenza.

Al di là delle discussioni di natura teorica, già nel 1876 negli Stati Uniti compaiano le prime Amateur Press Association, piccole associazioni formate da gruppi di tipografi dilettanti. La prima di cui si ha notizie è la National Amateur Press Association (NAPA) fondata il 19 febbraio 1876 da Evan Reed Riale a Philadelphia, attiva ancora oggi.

National Amateur Press Association - NAPA
National Amateur Press Association – NAPA, 1876

La letteratura di fantascienza: il big bang delle fanzine

Tutto ha inizio con i science fiction magazines: riviste nate con l’obiettivo di discutere, approfondire, e condividere l’amore per il neonato genere letterario fantascientifico. La prima fanzine di fantascienza è “The Comet”, pubblicata nel 1930 dal gruppo di appassionati Science Correspondence Club of Chicago. Si tratta di un documento di 10 pagine autoprodotte da Raymond A. Palmer e Walter Dennis definita al tempo Fanmags o Letterzines, in cui si discutono in forma semplice e dattiloscritta temi cari agli amanti della Fantascienza.

The-Comet-di-Raymond-A.-Palmer-e-Walter-Dennis
The Comet di Raymond A. Palmer e Walter Dennis, 1930

Il primo magazine più strutturato e organizzato, definito per questo Prozine, è “Amazing Stories”. Edito a partire dal 1926, il suo fondatore Hugo Gernsback (1884-1967), è colui che forse inconsapevolmente ha portato alla nascita delle fanzine come le conosciamo oggi.

Amazing Stories Gernsback
Amazing Stories di Hugo Gernsback, 1926

È Gernsback a portare avanti l’idea di pubblicare le lettere dei lettori inserendo anche i loro recapiti postali. È in questo modo che favorisce la nascita delle prime comunità indipendenti di appassionati di fantascienza.

Hugo Gernsback
Hugo Gernsback, LIFE magazine, 1963

La diffusione del fenomeno e la nascita dei generi

Con la diffusione del fenomeno, cominciano a nascere fanzine dedicate a interessi sempre più specifici. II fumetto ad esempio è stato oggetto di autoproduzioni già negli anni Trenta. La prima versione di Superman è apparsa proprio in una fanzine, “Reign of the Superman” di Jerry Siegel e Joe Shuster nel 1933. Nel 1936, David Kyle – alter ego di Roy Thomas – pubblica “The Fantasy World”: forse la prima fanzine di fumetti, pubblicata in tre numeri dal 1936 al 1937.

Reign of the Superman 1933
Reign of the Superman di Jerry Siegel e Joe Shuster, 1933

La diffusione delle prime pellicole di cinema horror porta allo sviluppo di un altro genere di fanzine che lentamente si distacca dal mondo della fantascienza. A partire dagli Anni Sessanta sono infatti numerose le fanzine dedicate a registi, attori e pellicole horror, e naturalmente, anche al genere musicale.

Paul Williams, fan di fantascienza fin dall’età di 14 anni, nel 1966 comincia a produrre una fanzine in ciclostile di critiche musicali di dischi rock and roll. Si tratta di Crawdaddy!, la prima rivista americana interamente dedicata alla critica musicale: collaborano alla sua realizzazione con contributi nomi quali John Lennon, Michael Herr, Dan Aykroyd, Cameron Crowe, Paul Krassner e William Burroughs.
Altre fanzine musicali poi divenute vere e proprie riviste sono: Bomp!, Hullabaloo, Mojo Navigatore e Rolling Stone che, divenuta poi un brand di fama mondiale, agli inizi nasce nella cameretta di Jann Wenner e per i primi 5 numeri viene venduta per strada.

I fanzinari che non ti aspetti

Nel profondo lavoro di ricerca che il vasto mondo fanzinaro richiede, è facile imbattersi in sorprese spesso curiose: una di queste riguarda Charles Lutwidge Dodgson (1832-1898). Dodgson, ai più noto come Lewis Carroll, era solito produrre fanzine in copia unica, scritte e illustrate a mano da lui stesso con titoli quali “The Rectory Umbrella” o “The Rectory Magazine”.

The Rectory Umbrella Lewis Carroll
The Rectory Umbrella di Charles Lutwidge Dodgson, noto ai più come Lewis Carroll

“Futura Fantasia” era invece una fanzine di fantascienza americana creata nel 1938 da un diciottenne Ray Bradbury (1920-2012), autore fra gli altri di “Fahrenheit 451”.

Futura Fantasia - 1938 -
Futura Fantasia di Ray Bradbury, 1938

Per finire, nel 1966, Ettore Sottsass (1917-2007), annoiato dalla lunga degenza dovuta a un virus che fece temere per la sua vita, decide di seguire un’idea della sua compagna Fernanda Pivano (1917-2009): una sorta di diario di bordo realizzato con il materiale recuperato in ospedale. Da questa avventura nascerà “Room East 128 Chronicle”, fanzine a collage e disegni a mano del grande architetto e designer italiano.

Room East 128 Chronicle Ettore Sotsass
Room East 128 Chronicle di Ettore Sotsass, 1932

Gli anni della crisi che non c’è

Negli anni Ottanta e Novanta le fanzine sembrano oramai sepolte sotto l’ondata a prima vista inarrestabile del web: in realtà da questo punto di vista non è andata come molti si sarebbero aspettati. Dagli Anni Novanta in poi si assiste ad una generale e diffusa rivalutazione del fenomeno fanzinaro testimoniata dalla comparsa, anche in Italia, di spazi appositamente dedicati all’archiviazione e conservazione di questo genere di prodotti editoriali come la storica Fanzinoteca d’Italia a Forlì e la Fanzinoteca La Pipette Noir di Milano.

Oggi le fanzine sono prodotti molto diversi rispetto al passato sopravvivendo e adattandosi alla perfezione ai mutamenti socio-culturali della società. Oltre all’infinito sottobosco di fanzine old school, fotocopiate e diffuse classicamente nei circuiti più alternativi, si possono apprezzare anche nuove modalità di produzione dovute all’accessibilità di competenze e mezzi tecnologici impensabili solo qualche decennio fa.
Sono fanzine i ricercatissimi progetti quali l’eroticissima Ossì Fanzine, la sperimentale GRAM o la più impegnata FRUTE Fanzine, solo per citare alcuni esempi recenti e di ottima qualità.

Ossì fanzine
Ossì Fanzine

Non esiste una società senza fanzine

Non esiste una società senza fanzine: le fanzine siamo noi che ci riflettiamo in uno specchio senza filtri che restituisce la parte della società che spesso non viene mostrata ma che racchiude dei veri e propri tesori.

Sono uno, forse il migliore degli strumenti dalla parte degli storici per capire chi siamo e come siamo arrivati ad oggi. Uno strumento democratico, cocciutamente cartaceo e libero, senza mediazioni o regole di sorta che riesce ad appassionare chiunque vi si avvicini.

Provare per credere! Qui una scelta di archivi internazionali di fanzine:

Crediti
Foto 1: http://www.amateurpress.org/
Foto 2: http://www.jhalpe.com/img/Items/Comet_1.pdf
Foto 3: https://betaknowledge.nearfuturelaboratory.com/post/40435608302/hugo-gernsback-wearing-his-tv-glasses-in-1963
Foto 4: https://it.wikipedia.org/wiki/Amazing_Stories
Foto 5: https://comics.ha.com/itm/memorabilia/comic-related/jerrysiegel-and-joe-shuster-reign-of-the-superman-science-fiction-fanzine-v1-3-and- others-1933-appearing-five-yea/a/752-50590.s
Foto 6: https://houghtonlib.tumblr.com/
Foto 7: https://en.wikipedia.org/wiki/File:Futuria_Fantasia,_no._1_cover.jpg
Foto 8: https://www.artribune.com/mostre-evento-arte/ettore-sottsass-le-pagine/
Foto 9: https://www.artwave.it/cultura/ossi-il-porno-dautore-che-eccita-su-carta/