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Le intranet sono sempre più sofisticate, con informazioni, documenti e applicazioni accessibili in ogni momento da qualsiasi dispositivo. Ma sono anche sempre più dense, con enormi quantità di file, pagine, news e schede tecniche da classificare, navigare e ritrovare. In poche parole, da organizzare in un’architettura informativa. Per realizzarla al meglio occorrono standard di design solidi e un processo di costruzione condiviso, che metta al centro le persone dell’azienda. Il volume vi aiuterà ad adottare e integrare nel vostro lavoro soluzioni progettuali e di processo capaci di rendere la vostra intranet davvero funzionale.
Dal libro
“Una delle massime iscritte nel tempio di Apollo a Delfi recita “Nulla di troppo”. Per il pensiero greco il male coincideva con l’assenza di forma: l’apeiron di Anassimandro, principio indefinito di tutte le cose, era di fatto privazione del limite, mancanza di organizzazione, assenza di qualità. Il numero, per Pitagora, aveva il compito di frenare il caos, di limitare, e quindi di opporsi al male.
Il mondo digitale ci ha messo davanti una rappresentazione quanto mai realistica di questo principio metafisico. Oggi, così lontani dagli ideali classici, così presi dalla hegeliana “cattiva infinità” in tutte le sue manifestazioni, dobbiamo fare i conti continuamente con l’assenza di forma, con la mancanza di senso, con il difficile compito di trasformare in qualità la tanta, troppa quantità che ci passa davanti, che attraversa senza fine la nostra vita.
Il lavoro, il nostro impegno quotidiano, può essere visto anche come l’incessante lavorìo del senso contro l’insensato, della forma contra l’assenza di forma, del limite contro l’illimitato. Anche per questo ci teniamo ed è così importante per ciascuno di noi. Alla fine, forse, l’architettura informativa ci collega davvero in un senso profondo alla nostra tradizione di pensiero, è figlia dell’ideale che i nostri antenati hanno posto; risponde, in modo empirico e imperfetto, alle loro domande, cerca una strada e prova ad orientare il nostro cammino. Spero, con questo mio piccolo contributo, di avere dato una mano in questo senso. ”
Giacomo Mason